Non ci piace pensare al Salento come la terra de “lu sule, lu mare, lu ientu”. Perchè “lu sule, lu mare, lu ientu” sono solo una piccolissima parte della bellezza di questa terra.

Il Salento è poesia. Prima di tutto. E quella poesia è in tutto.

È nei versi dei poeti locali e nei romanzi di scrittori di fama. E’ in quella luce bianca e accecante che magicamente avvolge ogni cosa e la rende speciale, diversa. Nel Barocco delle Chiese, delle Piazze e dei Palazzi e nell’abilità degli artisti di trasformare la pietra leccese in opere d’arte che fanno delle strade stupendi musei a cielo aperto.
Nei favolosi merletti realizzati dalle “mescie” (maestre) di uncinetto, tombolo o chiacchierino. Nelle pietanze, nelle conserve, nei rosoli e nei dolci abilmente preparati da mani amorevoli che uniscono alla tradizione del passato le conoscenze salutistiche moderne.
È nella lingua che si declina in dialetti diversi e affascinanti come i suoni e i ritmi che li scandiscono. È nelle danze popolari – di cui la più famosa è la pizzica - e in quella gestualità che racconta le fatiche del passato nei campi e i corteggiamenti degli amanti. È nelle tradizioni, nella devozione e nei festeggiamenti organizzati in nome dei Santi Patroni.

È nelle sagre che, di paese in paese, celebrano un diverso frutto della terra e le sue mille interpretazioni per renderlo nutriente e godurioso. È nelle rosse campagne che ospitano, come gallerie d’arte, i capolavori scultorei dei tronchi degli ulivi secolari. E’ negli alberi di fico che trasudano di succulento piacere, una sorta di nettare degli dei. Nelle “pale” dei fichi d’India che difendono il sottile piacere della polpa del frutto con spine abilmente sparse sulle bucce colorate di rosso rubino.
È nei muretti a secco, frutto di un paziente lavoro di ripulitura dei campi dalle pietre, diventato poi tratto caratteristico di questa terra. È nelle masserie. È nella cultura del luogo, nei mestieri che si tramandano, nella gente, nella loro innata ospitalità e in quella fatica necessaria a far emergere di questa terra il valore più vero, l’identità più autentica, la passione più verace.
Per la vita, prima di tutto. E per la semplicità.

E nel cuore di questo Salento così affascinante, si colloca Muro Leccese.

È nelle sagre che, di paese in paese, celebrano un diverso frutto della terra e le sue mille interpretazioni per renderlo nutriente e godurioso. È nelle rosse campagne che ospitano, come gallerie d’arte, i capolavori scultorei dei tronchi degli ulivi secolari. E’ negli alberi di fico che trasudano di succulento piacere, una sorta di nettare degli dei. Nelle “pale” dei fichi d’India che difendono il sottile piacere della polpa del frutto con spine abilmente sparse sulle bucce colorate di rosso rubino.
È nei muretti a secco, frutto di un paziente lavoro di ripulitura dei campi dalle pietre, diventato poi tratto caratteristico di questa terra. È nelle masserie. È nella cultura del luogo, nei mestieri che si tramandano, nella gente, nella loro innata ospitalità e in quella fatica necessaria a far emergere di questa terra il valore più vero, l’identità più autentica, la passione più verace.
Per la vita, prima di tutto. E per la semplicità.

E nel cuore di questo Salento così affascinante, si colloca Muro Leccese.

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